Storia dello Yin Yoga
Una statuetta di argilla, scoperta durante gli scavi a Mohenjo-Daro, una delle più grandi città dell’antica Valle dell’indo risalente al 2000 a.C e abitata originariamente dai dravidi, mostra uno Yogi che è seduto in una posizione di meditazione.
L’Hatha yoga, una delle più comuni forme di yoga praticata oggi nell’occidente, è una pratica prettamente fisica.
L’intenzione dell’Hatha Yoga, arte che è fiorita attorno al decimo secolo dopo Cristo, era quella di preparare il corpo a forme di yoga più avanzate, come pratiche di meditazione e di illuminazione. Questa tipologia di yoga si sviluppò dal tantra yoga che in realtà ha radici comuni a quello dello Yoga Classico di 2000 anni fa.
Tuttavia si può dire che non c’è mai stato uno yoga originale dal quale derivano tutti gli altri tipi di yoga. Non esiste un albero genealogico dello Yoga del quale si possono evincere tutte le sottili relazioni tra le varie forme ed espressioni che lo Yoga assunto nel corso dei millenni.
Piuttosto sarebbe meglio immaginare un’intera foresta di alberi di yoga per avvicinarsi a capire la sua storia così varia e antica.
Sebbene gli stili di yoga oggi siano molti e differiscono per alcune caratteristiche, ciò che possiamo dire è che la meditazione è un comune denominatore a tutti questi. rimanere seduti per lunghi periodi di tempo è una forma di esercizio statica e quindi Yin. se non hai mai provato a sederti per almeno un’ora potresti incorrere nell’errore di pensare che sia una cosa piuttosto facile. ma stare seduti in meditazione per un’ora ho anche per diverse ore ogni giorno richiede uno speciale allenamento per il corpo e per la mente, i muscoli della schiena devono essere forti, la postura deve essere corretta, le anche devono essere aperte, la mente ha bisogno di avere un particolare allenamento alla concentrazione. Anche se non ci sono particolari testi che mostrano come gli Yogi di 2000 anni fa si preparassero a queste pratiche noi possiamo dire che in qualche modo loro allenavano il loro corpo è uno dei modi per allenarlo è proprio rimanere nella specifica posizione yoga che si intende mantenere. Uno dei modi migliori per allenarsi a stare seduti è proprio quello di stare seduti.
Alcuni testi che ci sono pervenuti nel corso dei secoli e che descrivono le tecniche del late yoga e come questo fu insegnato dal decimo al diciottesimo secolo è l’Hatha Yoga Pradipika, la Gheranda Samhita, la Shiva Samhita e pochi altri. Ciononostante nessuno di questi testi è stato scritto con l’intenzione che fosse bastante a se stesso ma come una raccolta di appunti di pratica che doveva essere accompagnata sempre dalla guida di un guru.
La maggior parte della conoscenza originale all’interno di questi testi è stata volutamente mantenuta nascosta, solo quando il Maestro reputava che l’allievo fosse pronto per ricevere l’iniziazione agli insegnamenti più profondi allora la conoscenza gli veniva svelata.
Ciò che è certo è che non possiamo dire semplicemente leggendo questi antichi testi come l’antica pratica dello Yoga venisse eseguita. Possiamo dire invece che lo scopo delle varie pratiche fisiche era preparare lo studente ha più profonde pratiche di meditazione.
Nei più antichi testi spirituali dell’India, i veda, lo Yoga non è descritto come una sentiero che conduce alla liberazione e le posizioni non sono descritte proprio per niente. Piuttosto lo yoga viene associato a molti dei suoi significati come “disciplina”, e la parola più vicina al termine Asana è Asundi, che descrive una sorta di luogo ove cui era consuetudine meditare.
Al tempo in cui gli yoga Sutra furono scritti, lo Yoga era descritto invece come una disciplina psichica e spirituale che aveva come fine ultimo la liberazione. Le asana erano comunque un aspetto minore della pratica. Le posizioni all’interno dei sutra sono nominate solo due volte in tutti i 196 aforismi e tutto quello che c’è scritto sugli asana è che dovevano essere salde e confortevoli e queste sono proprio qualità Yin. Quando noi siamo fermi immobili nel corpo e nella mente e focalizzati sulle sensazioni ecco allora che lo stato di meditazione può accadere.
Le scuole di yoga dualistiche hanno cominciato quindi a perseguire la realizzazione attraverso l’intento di liberarsi del corpo e di tutto quello che è collegabile alla materia, alla terra, a ciò che può essere considerato impuro e corrotto. Le scuole di yoga non dualistiche invece suggeriscono che siccome la pratica e la meditazione, la ricerca della liberazione e dell’illuminazione, vengono fatte sulla terra, e le nostre esperienze sulla terra vengono vissute attraverso il corpo, forse vale la pena trattare il corpo il meglio possibile e mantenerlo sano e forte, in modo da permettere allo Yogi di poter praticare l’arte dello Yoga e perseguire il suo cammino di ricerca spirituale.
L’Hatha Yoga Pradipika fu scritto intorno al 1350 a.C. da Swami Svatmarana. Questo scritto è circa 2 volte più lungo degli yoga sutra e c’è stato un lungo commentario in seguito da numerosi studiosi e ricercatori. Tuttavia, per come è descritto, è ancora molto diverso dallo yoga praticato al giorno d’oggi. Basti pensare che le posizioni descritte sono circa una quindicina e di queste 8 sono posizioni sedute. Alcune di queste sono posizioni yin e altre sono sicuramente posizioni Yang (come il pavone – mayurasana). Tuttavia ciò che viene affermato è che solo una posizione è la posizione suprema ossia Siddhasana, e che una volta padroneggiata tutte le altre sono superflue.
Mano a mano che passarono i secoli furono scritti altri libri come la Gheranda Samhinta, scritta all’incirca a fine del 1600 e che descrive 32 posizioni delle quali Circa un terzo sono sicuramente Yin Mentre le altre sono Yang.
Alcuni decenni dopo le Shiva Samhita descrivono 84 posizioni. alla fine del XIX secolo c’erano già migliaia di posizioni. Krishnamacharya afferma di conoscere 3000 posizioni ma che il suo guru, Brahmachari, ne conosceva 8000.
Questa graduale e volte improvvisa evoluzione della pratica yoga si è mossa mano a mano sempre in direzione più lontana dalla qualità Yin delle posizioni originali che erano mantenute per dei tempi più lunghi e volte alla preparazione per la pratica della meditazione.
La qualità Yin tuttavia non è andata persa del tutto e lo stesso B. K. S. Iyengar nel suo libro Light on Yoga suggerisce che la posizione Supta Virasana vada mantenuta dai 10 ai 15 minuti, e questi sono sicuramente tempi di una pratica Yin sebbene il maestro non abbia mai usato questo termine.
Theos Bernard, un rinomato insegnante di yoga della metà del ventesimo secolo, raccomanda anche lui di mantenere le varie posizioni yoga per lunghi periodi di tempo.
Anche se negli ultimi due secoli gli stili di yoga si sono evoluti in una direzione più Yang si può dire che, come tutte le cose nella vita, l’armonia avviene attraverso l’equilibrio tra due opposti.
Yin Yoga ai nostri tempi
Paulie Zink
Mentre faceva zapping alla tv, nel 1987, Paul Grilley notò qualcuno davvero interessante: Paulie Zink. Paul insegnare yoga dal 1980 ed era abituato a vedere i corpi flessibili, ma non aveva mai visto nessuno così flessibile e grazioso nei suoi movimenti come Paulie. Paul decise quindi di incontrarlo e attraverso alcune ricerche fu in grado di contattarlo. Paulie insegnava all’epoca nel suo garage un kung fu particolare che ricordava i movimenti delle scimmie e fu proprio in quello scantinato che Paul ricevette la prima lezione in Yoga del Tao da Paulie.
Ciò che colpì in particolar modo Paul fu proprio l’aspetto Yin di questo tipo di yoga, ossia del mantenere le pose per lunghi periodi di tempo.
Arrivando dalle arti marziali sicuramente lo Yoga di Paulie era molto diverso da quello che veniva insegnato in India. C’erano solo poche posizioni che erano simili a quelle indiane e Paulie univa a queste i movimenti dei cinque elementi cinesi del Tao, alcuni movimenti che ricordavano gli animali mescolando in questa tradizione aspetti Yin e Yang.
Paul Grilley
Alcuni anni dopo aver scoperto Paulie Zink, Paul fu ispirato nella sua ricerca dello Yoga dalla lettura dell’autobiografia di uno Yogi di Yogananda. A quel tempo Paul viveva in Montana dove stava studiando anatomia col dottor Garry Parker. Dopo il suo trasferimento a Los Angeles dove continuò i suoi studi riuscì ad aprire una piccola scuola di yoga anche se a quel tempo lo stile che insegnava avevo un’impronta molto Yang: Ashtanga e Bikram. Dopo il suo incontro con Paulie incominciò quindi ad inserire nelle sue lezioni pratiche Yin dove le posizioni venivano mantenute per tempi decisamente più lunghi. nel 1990 Paul incontrò il dottor Hiroshi Motoyama, di origini giapponesi, studioso e appassionato oltre che di Yoga anche di medicina tradizionale cinese. Ciò che Paul fece fu di integrare le teorie di medicina tradizionale cinese, lo studio dei meridiani e la struttura energetica del nostro corpo, con lo yoga e con i chakra cercando esperimenti che ne dimostrassero l’effetto sul nostro corpo.
Fu proprio Paul quindi a combinare per primo gli studi approfonditi di anatomia, lo yoga, e la medicina tradizionale cinese.
Sarah Powers
Una degli studenti che più amò gli insegnamenti di Paul fu Sarah, anche lei insegnante di yoga nella stessa scuola nella quale insegnava Paul. Anche lo stile di yoga che Sarah insegnava all’epoca era uno stile Yang ma ciò che la colpì maggiormente fu constatare quanto il suo fisico non fosse preparato a lunghe sedute di meditazione. Fu proprio grazie allo yoga che apprese da Paul che il suo corpo cominciò ad aprirsi e ad assaporare lunghe pratiche di meditazione. Ciò che Sarah fece fu combinare gli studi di suo marito nel campo del buddismo e della mindfulness con questa tipologia di yoga molto più lento e statico.
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FILOSOFIA E HATHA YOGA
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